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Documenti pubblici, digitali.

3.4. Metodo di lavoro

Il metodo di lavoro varia in base alla tipologia di progetto e agli stakeholder coinvolti. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti comuni che è importante preventivare per garantire un avvio strutturato del progetto, facilitare l’integrazione di nuovi membri nel gruppo di lavoro, assicurare la collaborazione e il raggiungimento degli obiettivi.

3.4.1. Definire processi, strumenti e rituali

Definire processi, strumenti e rituali condivisi aiuta a:

  • creare un ambiente collaborativo e di continuo apprendimento, assicurandosi che i momenti di incontro siano gestiti in modo costruttivo e rispettoso e che il gruppo condivida un linguaggio comune;

  • chiarire le modalità di decision making, ovvero come, da chi e con quali processi vengono prese le decisioni

  • valutare e ribilanciare periodicamente i processi di lavoro, assicurando che siano sostenibili per il gruppo e efficaci al raggiungimento degli obiettivi.

I rituali sono processi e pratiche, sia formali che informali, adottati da un gruppo di lavoro per favorire allineamento, apprendimento e miglioramento continuo: ad esempio, gli stand-up meeting e altri incontri ricorrenti, retrospettive, ma anche modalità di definizione delle decisioni, sessioni di feedback reciproco, e altre pratiche simili. Strumenti e rituali sono fortemente correlati tra di loro e sono alla base dei processi di lavoro.

I rituali hanno cadenza definita, ad esempio:

  • giornaliera, settimanale, bisettimanale: stand-up meeting, SAL (stato di avanzamento lavori), workshop operativi;

  • trimestrale: retrospettive per analizzare risultati e migliorare i processi.

Per ogni rituale scelto è essenziale definire e condividere: obiettivo, cadenza, durata, responsabile dell’organizzazione, partecipanti, argomenti trattati e non trattati.

Gli strumenti possono essere suddivisi in tre categorie principali:

  • gestione e pianificazione: per organizzare attività, timeline e deliverable (ad esempio: strumenti di project management);

  • comunicazione: per interazioni rapide (ad esempio: chat) e comunicazioni ufficiali (ad esempio: email);

  • archivio e condivisione: per documenti e materiali condivisi (ad esempio: piattaforme di archiviazione).

Gli strumenti scelti devono essere conformi alle normative GDPR e CAD e accessibili a tutte le persone coinvolte. Per ogni strumento scelto, è importante condividere linee guida di utilizzo, regole di netiquette e buone pratiche.

3.4.2. Curare la documentazione di progetto

Curare la documentazione del progetto è una pratica continua che rafforza il lavoro di squadra e l’efficacia operativa nel lungo termine.

La creazione di un documento di onboarding efficace è fondamentale non solo per i nuovi membri del gruppo, ma anche per garantire una continuità e stabilità nel progetto. Questo documento deve fornire una visione chiara e dettagliata del progetto e delle informazioni utili che contribuiranno a facilitare l’integrazione e l’efficienza operativa dei membri, vecchi e nuovi.

Un documento di onboarding efficace fornisce informazioni utili ai membri del gruppo di lavoro, quali:

  • presentazione del progetto - obiettivi, contesto e la missione che si vuole raggiungere;

  • metodo di lavoro - ruoli, strumenti e rituali adottati;

  • riferimenti utili - link a materiali, repository e altre risorse rilevanti.

Investire tempo nella preparazione di questi documenti riduce il tempo necessario ai nuovi arrivati per essere operativi e favorisce una collaborazione più efficace. Ma il valore di un documento di onboarding non si limita ai nuovi membri, esso funge anche da strumento fondamentale durante i passaggi di consegna tra membri del gruppo.

In questo modo, il documento non solo migliora l’integrazione dei nuovi arrivati, ma diventa anche un elemento chiave per il mantenimento della coerenza e della continuità all’interno del progetto, contribuendo al suo successo complessivo.

3.4.3. Organizzare tavoli tecnici collaborativi

La creazione di tavoli tecnici collaborativi è un passo fondamentale per garantire progetti di trasformazione digitale efficaci e sinergici, in grado di raccordare le attività del governo centrale con le esigenze specifiche del territorio. I tavoli tecnici sono infatti un’opportunità per riunire diversi attori, facilitare la cooperazione e raccogliere diversi punti di vista.

Un tavolo tecnico è una sessione di co-progettazione in cui vari attori (tra cui progettisti, utenti, stakeholder della Pubblica Amministrazione e rappresentanti del settore privato) si riuniscono per discutere criticità e proporre soluzioni. La presenza di un facilitatore è consigliata per guidare la discussione, garantendo che tutti i partecipanti possano esprimere le proprie opinioni e contribuire attivamente al processo.

Come organizzare un tavolo tecnico

  1. Identificare gli attori

    Il primo passo nella creazione di un tavolo tecnico consiste nell’identificare i principali attori coinvolti. È utile realizzare una mappa degli attori per distinguere tra figure operative e decisori. Questa mappatura permette di definire il ruolo di ciascun partecipante per il successo del tavolo, assicurando che tutte le voci rilevanti siano rappresentate e che le competenze necessarie siano disponibili nel gruppo.

  2. Definire gli obiettivi

    Una volta compreso il contesto, è essenziale stabilire gli obiettivi principali del tavolo tecnico. Definire obiettivi chiari e misurabili, insieme ai key performance indicators (KPI), permette di monitorare i progressi e valutare i risultati raggiunti nel tempo. Questo approccio garantisce che il tavolo rimanga focalizzato e orientato verso il raggiungimento delle sue finalità.